gio
30
apr
2015
BLUR
The Magic Whip
Parlophone Records
Release Date: 28 Aprile 2015
Dopo sedici anni privi di un vero e proprio progetto discografico associato al nome dei Blur, è uscito l’ottavo album in studio della band inglese, "The Magic Whip". L’impulso nasce da un fortuito (e fortunato!) soggiorno a Hong Kong durato cinque giorni, durante i quali i musicisti si trovano a passare il tempo in una piccola sala degli Avon Studios, senza alcuna aspettativa e immersi in un caldo soffocante, come ha raccontato Damon Albarn alla BBC Radio 6 music lo scorso 19 febbraio. La creatività fa il resto: il chitarrista Graham Coxon si lancia in una collaborazione stretta con il produttore Stephen Street per mettere mano alle tracce registrate e Albarn aggiunge testi ricchi di tutte le suggestioni orientali delle quali il disco si fa testimone, a partire dalla stessa copertina (curata dall’art director Tony Hung). Da questa chimica viene fuori un prodotto intrigante e sfaccettato, che fa tesoro delle varie divagazioni soliste dei singoli componenti del gruppo e le riconduce alle particolarità che segnano lo stile inconfondibile dei Blur.
L’album si apre con "Lonesome street", in cui i rumori della città preparano a un pezzo di chiaro sapore “brit rock” con delle punte di forte tensione melodica, affidata alla voce malinconica e inconfondibile di Albarn. In generale nel disco si percepisce l’alternarsi di tracce fatte di suoni pieni, come la grintosa "I Broadcast", e atmosfere più ovattate, quali "Go out" o "Ice cream man", in cui imperversano suoni dell’elettronica. I ritmi si dilatano in "My Terracotta heart2, ballad evocativa e sofferta o assumono le cadenze di una marcia inquietante in "There are too many of us".
Si coglie l’intera atmosfera asiatica, fatta di caos metropolitano e al contempo di ordine e discrezione, fino ai chiari riferimenti dei titoli "Pyongyang" e "Ong Ong". Che dire, i Blur sono tornati in grande stile!
Recensione di Vittoria Polacci
Tracklist:
Lonesome street
New world towers
Go out
Ice cream man
thought I was a spaceman
I broadcast
My terracotta heart
There are too many of us
Ghost ship
Pyongyang
Ong ong
Mirrorball
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