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mer

26

ago

2015

Recensione MÖTORHEAD - Bad Magic

MÖTORHEAD

Bad Magic

UDR GmbH

Release date: 28 Agosto 2015




“Non amo i paragoni. E poi Dio è molto più alto di me!”. Apparentemente, questa potrebbe sembrare la frase di un mitomane, di un pazzo furioso in fuga con ostaggi, di un Charles Manson qualunque abbandonato al suo destino in qualche squallida cella per l’eternità, ma se a dirla è Ian Fraser Kilmister, allora è tutta un’altra storia. Si perché in effetti, il caro Lemmy, è Dio per tantissime persone, il dio del Rock’N’Roll e cosa può fare Dio per il quarantennale della sua carriera se non regalarci il ventiduesimo album della sua creatura i Mötorhead? Il 24 Dicembre (giusto per sottolineare che prima è nato lui, poi Gesù) Lemmy festeggerà i settanta anni, ma ascoltando “Bad Magic”, viene da pensare tutto tranne che questo signore abbia l’età dei nostri genitori, o addirittura di qualche nonno.


Sarà che il Rock’N’Roll  ha un’età indefinita, forse non la ha neanche un’età, è per sempre, sarà che i Mötorhead spaccano il culo tranquillamente a qualsiasi band di ragazzini, ma sentire l’energia che sprigionano i tredici brani che compongono l’album, ti fa vivere di certezze. Nessuna novità, nessuna innovazione o apertura a generi più commerciali e fruibili, è esattamente quello che deve essere; un fottutissimo album dei Mötorhead! Lo prendi, lo metti nel vano cd del tuo stereo a casa o in macchina, pigi play e poi parte la tua tesi di laurea su Jack Daniel’s, puttane, droga & Rock’N’Roll e non basta aver studiato, bisogna esserci portati. Che poi adesso ci voglia un muletto con paranco per portare sul palco il signore di noi tutti, è completamente un altro discorso, perché quello che ha fatto lui, riuscendo tra l’altro nell’impresa di sopravvivere, milioni di nerd ammorbati da youporn e con sul curriculum “ho fatto quattro tiri di canna nel’98”, se lo sognano nelle prossime cinquemila vite.


Parlare di questo o quel brano è inutile, già sapete; menzioniamo per onor di cronaca il fatto che Bryan “moglie di Renzi” May, istrionico chitarrista del mostro sacro “Queen”, suona l’assolo su “The Devil”, che “Tell Me Who To Kill” andrebbe ascoltata prima di fare una rapina, ma solo in un drugstore e solo nello stato di Washington, perché se non ne esci con un paio di morti, gli spiccioli per il weekend, una commessa diciottenne figa da portarti al motel, un pacco di birre da sei e le sigarette, che cazzo la fai a fare la rapina? Ed infine trova spazio la cover di “Sympathy For The Devil” dei Rolling Stones, nonostante lo sappiano anche i sassi di Matera che Lemmy stravede da sempre per i Fab Four (al secolo Paul, John, George e Ringo). Compratelo, ascoltatelo e godetene tutti, è tornato lo zio.

 

 

Recensione a cura di Emiliano Vallarino

 

 

Tracklist:

01. Victory Or Die

02. Thunder & Lightning

03. Fire Storm Hotel

04. Shoot Out All Of Your Lights

05. The Devil (Featuring Bryan May)

06. Electricity

07. Evil Eye

08. Teach Them How To Bleed

09. Till The End

10. Tell Me Who To Kill

11. Choking On Your Screams

12. When The Sky Comes Looking For You

13. Sympathy For The Devil (The Rolling Stones Cover)

 

Line up:

Lemmy (Voce, Basso)

Phil Campbell (chitarra)

Mikkey Dee (batteria)

 

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