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gio

05

nov

2015

Recensione ELDRITCH -Underlying Issues

ELDRITCH

Underlying Issues

Scarlet Records

Release date: 6 Novembre 2015




Eldritch: una delle più preziose perle del panorama metal italiano che, con i primi tre lavori ‘Seeds of Rage’, ‘Headquake’ e ‘El Niño’, avevano regalato all’Italia ed al mondo (sì, perché parliamo di una band che tiene tranquillamente il passo con qualsiasi combo prog-metal mondiale) vere gemme di un prog-metal fortmente influenzato dal power U.S., il thrash più tecnico ed un senso melodico assolutamente sui generis.



Dopo, molti album di sicuro valore, tra cui ‘Blackenday’, ma sempre distanti da quell’unicità compositiva e stilistica, più orientati verso un power/thrash melodico, forse anche per l’abbandono di Oleg Smirnoff, tastierista assolutamente incredibile sia sotto il profilo tecnico che del songwriting.

Fino ad oggi, con l’uscita di ‘Underlying Issues’.


Questo lavoro, il decimo, riporta la band toscana sulla linea creativa dei primi tre lavori, senza dimenticare l’esperienza di quelli realizzati successivamente, con la voglia di ripartire per un nuovo discorso musicale….e riuscendoci in pieno! ‘Changing Blood’ esplode con un riffing aggressivo e tecnico, dove power e thrash si diluiscono nel tessuto connettivo di tastiere eclettiche e sognanti, finalmente tornate protagoniste, senza perdere la robustezza e l’energia, con il lavoro di Simone e Ginanneschi assolutamente mirabile per tecnica ed equilibrio, armonizzando la melodia, l’aggressività, la strutturazione e l’orecchiabilità. ‘Broken’ è un altro gioiello, con una sezione ritmica bruciante ma mai ripetitiva e perfettamente in grado, grazie all’operato del drummer Alessio Consani, di adattarsi alle molteplici sfaccettature musicali ed atmosferica che la band ci regala. ‘All and More’ è un articolato mid-tempo, una sorta di power-ballad energica e drammatica suonata a pieni strumenti in cui emerge, una delle colonne della band, la straordinaria ed unica voce di Terence Holler (oltre che interprete con una delle migliori pronunce inglese in Italia, grazie anche alle sue origini nordamericane – è nato a New York City - ), che torna a dipingere scenari onirici ed introspettivi con la virulenza di un pittore futurista, grazie alla sua splendida e tagliente melodia vocale, che riprende il mood esplosivo ed esaltante di brani del primo trittico di lavori, che si concretizzano in performance incendiarie come ‘To the Moon and Back’ e la splendida, esaltante e colma di romanticismo guerriero ‘Bringers of Hate’. Gli assoli di Simone, mirabilmente pertinenti e ricchi di melodia e virtuosismo mai fine a sé stesso, rifiniscono ma donano anche nerbo, ai brani che ci conducono alla fine di questo viaggio di fragoroso silenzio ed entusiasmante tristezza pronta a sbocciare in speranza, ‘Before I Die’ e ‘Slowmotion K Us’.


Tutto in questo album è coinvolgente, fatidico e splendidamente equilibrato, dalla produzione, prima che potente o pulita, adatta, al servizio delle composizioni piene di visioni prog, energia thrash e dinamica power. Solo un mezzo punto sotto il capolavoro, termine che spettava ai primi dischi, ma che va a vergare questo album come gemma del ritorno di una formazione che ha sempre prodotto ottima musica ma che noi aspettavamo al varco perché ci offrisse grande metal.


Un disco da avere per recuperare i sogni del passato e vedere che la polvere del tempo ha solo fatto germogliare nuove speranze per il futuro. Bentornati, Eldritch!



Andrea Evolti




Tracklist:

1.

Changing Blood

 

 

2.

Danger Zone

 

 

3.

Broken

 

 

4.

All and More

 

 

5.

The Face I Wear

 

 

6.

To the Moon and Back

 

 

7.

Bringers of Hate

 

 

8.

The Light

 

 

9.

Piece of Clarity

 

 

10.

Before I Die

 

 

11.

Slowmotion K Us

 

 

 

Line-up:

 

Eugene Simone

Guitars 

Terence Holler

Vocals 

Raffahell Dridge

Drums 

Rudj Ginanneschi

Guitars 

Alessio Consani

Bass 


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