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mar

25

nov

2014

Recensione Libri - ISA BRUTAL - Back in the Metal Days -"Storia di una chitarrista heavy metal italiana nell’Europa degli anni ‘80"

ISA BRUTAL

Back in the Metal Days

Storia di una chitarrista heavy metal italiana nell’Europa degli anni ‘80


Edizione: YOUCANPRINT/ Self – Publishing

Pagine: 86

Formato: paperback

Pubblicazione: Ottobre 2014




I ricordi di vita e di musica si tirano fuori nei momenti migliori e questi momenti sono in un pub, con la musica (appunto) che ami in sottofondo, degli amici (pochi e fidati) davanti ed una serie di boccali di birra frapposti come scacchi tra gli sguardi persi sul viale delle rimembranze. In questo Isa Brutal (al secolo Isabella Fronzoni), ex-chitarrista delle svedesi Ice Age (milioni di demo-tape e concerti in tutta Europa), fondatrice delle Original Sins assieme a Liz Watt (No Shame) e componente dell’ultima formazione delle Rock Goddess, sembra esserci riuscita, dato che la serie di testimonianze, aneddoti, ricordi e riflessioni, segue quel particolare mood e quella consequenzialità non rigida che si ha nei racconti del ‘bicchiere della staffa’, senza pretenziosità da musicista arrivato, da finta rock star consumata o da reliquia degli albori del metal italiano; niente di tutto questo.


Isa parla come se noi fossimo compagni di band o amici con cui va spesso ai concerti, senza farti pesare (e, in alcuni casi, potrebbe) il fatto di essere stata una record woman ed una pioniera del metal: una donna chitarrista metal italiana, tra gli ‘80s ed i ‘90s (periodo stupendo ma, contemporaneamente, difficile: lo spettro dello sfruttamento del grunge era in agguato, pronto a distruggere e mutare una scena che stava crescendo sempre di più) che suona in band svedesi ed inglesi, dal thrash all’hard&heavy. Una sorta di miracolo in questo paese a cavallo tra quelle due decadi.


La quantità di avvenimenti, personaggi, emozioni è notevole e di grande interesse ma lo stile adottato, benché centri il mood, pecca in maniera quasi imbarazzante di organicità narrativa e, a volte, anche sintattica (ci sono pure alcuni errori, probabilmente refusi di una rilettura non accurata) e si vede che Isa non è una scrittrice e non lo vuole essere: lei desidera parlare come una musicista che si racconta. Purtroppo queste pecche tecniche non sono affatto leggere ma talmente pesanti (un paio di errori si possono definire, senza voler offendere, imbarazzanti) da rendere la prima metà del libro difficile da seguire, come se una persona ti raccontasse, con passione ed enfasi, molte cose interessanti, ma in maniera concitata, confusa e quasi stordente. Per fortuna, nella seconda metà del volumetto, l’intento di Isa si concretizza un po’ di più e si riesce a seguire meglio il filo narrativo ed ad esserne molto più coinvolti, tanto che all’ultima pagina si esclama ‘Già finito?’, anche per una conclusione troncata un po’ con l’accetta.


Anche se sembra una stroncatura, però, non lo è: la quantità di episodi, la testimonianza di chi ha vissuto, come musicista ma anche come ascoltatore, l’essere metalhead nell’Italia di quel periodo, dove tutto era più ‘difficile’, ma anche genuino e coraggioso, vale la lettura di questo libro, come testimonianza di un periodo incredibilmente affascinante (specie per chi, come il sottoscritto – ahimè – non l’ha vissuto), dove risiedono delle radici che oggi si sta rischiando di perdere…assieme al futuro.


Non spoileriamo gli aneddoti perché vi rovineremmo delle sorprese su molti musicisti famosi esteri ma anche di casa nostra. Spinatevi una birra, caricate il CD (o il vinile) e……..back in the metal days!



Recensione a cura di Andrea Evolti