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gio

07

mag

2015

Intervista a RICHIE RAMONE – “Sto lavorando ad una mini serie sui Ramones”

Prima del suo concerto in quel della Locanda Atlantide di Roma, Rock Rebel Magazine ha raggiunto Richie Ramone per una breve quanto consistente intervista in cui ci ha rivelato molti dei suoi nuovi progetti, tra cui una mini serie tv che racconterà la sua vita e la sua carriera nei Ramones.


Intervista e foto di Amelia Tomasicchio

Richie e Amelia durante l'intervista

RRM: Entitled è stato pubblicato nel 2013. Al momento stai scrivendo nuovo materiale?

Sì, certamente. Stiamo lavorando al nuovo album. Siamo in tour da marzo, quindi pensiamo di iniziare a registrare alla fine dell’anno. Voglio davvero fare questo nuovo disco. Ho molte idee, ma non ho ancora un titolo.

 

RRM: Marky ha appena pubblicato la sua autobiografia. Hai mai pensato di scrivere le tue memorie per dare la tua versione dei fatti?

No, perché non ho ancora un finale per la storia! (ride). Magari alla fine faro qualcosa, ma… No, non voglio scrivere nulla. Non sono interessato, al momento. Tutti hanno scritto un libro sui Ramones. Io sono diverso. In compenso voglio fare una mini serie, una mini serie tv sulla mia vita e sui cinque anni che ho trascorso nei Ramones. Voglio raccontare entrambe le cose. Sto parlando con chi di dovere all’HBO. Vedremo cosa succederà.

 

RRM: Stai lavorando ad altri progetti?

Be’, stiamo per registrare il nuovo album e poi c’è la mini serie… Sto anche lavorando con una band degli anni ’60, gli Standout. Amo il loro suono sporco e sto facendo un EP con il loro chitarrista. Abbiamo appena finito di registrare, quindi verrà pubblicato molto presto. Insomma, mi sto occupando di vari side project.

 

RRM: Pensi che oggi abbia senso parlare di Punk?

Cos’è davvero il punk? Voglio dire, parlare di punk alla fine è come parlare del rock n’ roll. Il punk non ha a che fare con il proprio abbigliamento o cose simili. Punk vuol dire essere veri, essere se stessi ed è quello che faccio io. Io sono me stesso. Questo è il vero punk. Puoi chiamarlo punk, puoi chiamarlo rock n’ roll, fa lo stesso. Ora è più difficile. La radio non manda più in onda il rock n’ roll – dico negli Stati Uniti, magari qui è diverso, non conosco la situazione italiana. Negli States è tutto pop, hip-hop e cose del genere. E’ difficile emergere e ricevere attenzione, ma è ovvio che qualcuno ancora ci prova.

 

RRM: Cosa ti ricordi del periodo con i Velveteen?

Ah, li conosci? E’ stata praticamente la mia prima band, ero ancora un bambino. Penso fosse il 1969. Fu la mia introduzione alla musica. Era una buona band. Cosa mi ricordo di quell periodo? Niente! (ride). Era una buona band ma ormai è finita.

 

RRM: Raccontaci qualche aneddoto… come riuscisti ad entrare nei Ramones?

C’era una band, gli Shirts di Annie Golden, che aveva una grande casa a Brooklyn, nello stato di New York ed io mi trovavo lì. Ad un certo punto arrivò il roodie e disse che i Ramones stavano facendo le audizioni in ogni città per trovare un nuovo batterista. Io non sapevo nulla dei Ramones. Dissi: “Ok, dagli il mio nome”. Poi mi chiamarono e il resto è storia. Essere al momento giusto nel momento giusto mi ha dato la possibilità di far parte della storia. Probabilmente se non fossi stato lì non sarebbe successo. E’ divertente come vanno queste cose. Sono stato fortunato. Ora non sono così fortunato (ride). No, non è vero. Sono fortunato. Sono ancora in salute e posso ancora continuare a suonare.

 

 

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Foto di Amelia Tomasicchio
Foto di Amelia Tomasicchio