ven
11
dic
2015
ENSIGHT
Hybrid
Revalve Records
Data pubblicazione: Novembre 2015
Il progressive metal è vivo, sta bene, lo si trova in Italia e, grazie a Dio, non deve sempre e comunque pagare il tributo ai Dream Thater. Prima che i fedeli e colti sostenitori del Teatro Onirico del metal mi inviino un sicario assamita (battuta nerd per giocatori di ruolo, perdonatemi!), preciso che questa qualità, mostrata dal disco di debutto dei pisani Ensight, ‘Hybrid’, mette solamente in luce come il talento e la creatività possano usare le influenze in maniera intelligente, mischiandole, diluendole e facendole proprie, senza, per forza, pagare dazio ad ogni singolo pezzo al Teatro del Songo.
Il segno lasciato dalla band di NYC è evidente, ma non ingombrante, ed è solo uno degli ingredienti di brani come ‘Godfreak’ o ‘Bloodstained’, dove emerge una forte vena power-U.S. melodica ed elaborata, quasi al confine con lo speed/thrash di band come Heathen o anche Death Angel, ma con la consistenza atmosferica dei sempre poco valorizzati e semisconosciuti belgi Wolverine, la fluidità compositiva ed il gusto melodico degli Shadow Gallery e degli Psychodrama. L’energia delle chitarre di Dimitri Meloni, oltre a dare nerbo, gioca molto sulla varietà del riffing, che ricorda il grande Hank Van Der Laars degli Elegy, la quale ben si sposa con la voce pulita, melodica, ma anche calda ed in grado di inasprire i propri toni, di Antonio Cannoletta, una sorta di LaBrie arrabbiato, bravissimo a rendere tagliente la sua voce cristallina e dare carattere ad ogni nota da lui emessa, specie nei brani più drammatici ed aggressivi come ‘The Pain Society’, tanto che, nelle parti acute e combattive, oltre che nell’interpretazione, ricorda Terence Holler degli Eldritch.
La sessione ritmica (Consani al basso e Raffahell Dridge alla batteria) è di primo livello: spinge, accelera, rallenta, si appesantisce e varia sempre al momento giusto, ricordandoci che questa carrozza gotica è spinta, in realtà, dal motore di una Corvette. Abbiamo, infine, le criptiche, oniriche, ma anche pirotecniche tastiere di Gabrielle Caselli, che richiamano alla mente i suoni ‘misterici’ di Kevin Moore ai tempi di ‘When a Dream and Day Unite’, uniti alla classe di Chris Ingles (Shadow Gallery) e Oleg Smirnoff (Eldritch/Death SS), quasi a guidarci in labirinti notturni di dimensioni parallele, nelle quali si svolgono inseguimenti ed indagini per la salvezza dell’anima di qualcuno, come si concretizza nella bella, romantica ed epicamente vibrante ‘Until the End’.
Tutto è caldo, ispirato, armonico, ma anche esplosivo e piacevolmente spettacolare, come gli assoli di Caselli e Meloni, forse i momenti ‘più emotivamente violenti’ di ogni brano, oltre che apici di virtuosismo pregevole e mai sterile. C’è azione, introspezione, tensione, energia, speranza, dramma e rinascita in questo bellissimo esordio. Con tutto questo talento, il bello è che si può fare ancora di più, perché i nostri toscani sono solo all’inizio, ma che inizio! Il prog è vivo e sta bene, ed è ancora più bello sapere che questo sta avvenendo in Italia. Complimenti, ragazzi.
Andrea Evolti
Tracklist:
01 Downfall
02 Godfreak
03 The Pain Society
04 Hybrid
05 Words and Dust
06 Bloodstained
07 Falling from Above
08 Until the End
09 As the World Falls Down
Line-up:
ANTONIO CANNOLETTA Vocals
DIMITRI MELONI All Guitars
ALESSIO CONSANI Bass
GABRIELE CASELLI Piano and Synthetizers
RAFFAHELL DRIDGE Drums
Link: