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mer

03

feb

2016

Recensione AD VITAM - "Stratosfear"

AD VITAM

Stratosfear

Revalve Records

Data Pubblicazione: 5 Febbraio 2016

 

 

Si pensava e si temeva che la scuola swedish-death melodica di Gotheborg, quella dall'anima più solenne, introspettiva, progressiva ed elaborata, fosse entrata in uno stato di quiescenza, portata avanti solo dai fondatori ancora sulla breccia (e nemmeno tutti....guardate la fine fatta dagli In Flames!) o trasmutatasi come influenza nel thrash/death melodico americano di nuova generazione o in qualche geniale gruppo metal/thrash coraggioso (Protest the Hero).

 

 

Per fortuna, da Iglesias, Sardegna, ci giunge il debutto di un five-piece dedito a queste sonorità, ma che sembra in grado di evolverle con personalità ed influenze eterogenee. 'Stratosfear', primo lavoro degli italiani Ad Vitam, poggiando su brani d'apertura come 'Exofear' o la drammatica e mozzafiato 'Join Me in Farewell (There Will Be Blood Everywhere)', ci mostrano tutto l'assalto melodico/sinfonico di band come Dark Tranquillity (Lorenzo Mariani appare molto influenzato, negli assoli, da Sundin....ma non esclusivamente dal chitarrista svedese), la magniloquenza di Luciferion, Persefone, Elenium, il tutto fuso con il gusto atmosferico e progressivo che ricorda i primi Sadist ('Above....') e Dark Lunacy (la voce di Mattia ricorda molto quella di Mike Lunac), ma anche band più squisitamente prog come i Divided Moltitude. Le chitarre di Mariani e Schirru sono gli assi portanti di questo lavoro e di brani come 'Six Feet Under My Sins', dal gusto tastieristico prog che ricorda Eldritch, In Memory e primissimi Labyrinth, il tutto ad opera (in sede di studio) del singer Mattia Amadori, dal growl profondo ed espressivo, molto ben eseguito, che cerca anche variazioni più d'impatto. 'Six....' è, appunto, una sorta di macro-summa di questo lavoro, mettendo in mostra tutto l'eclettismo tecnico/compositivo della band e le sue variegate influenze, grazie anche ad una sessione ritmica che sa cercare sempre sfumature (belli i passaggi fluidi di basso ad opera di Federico Raspa) e tempi mai banali, ma senza strafare, opera del batterista Daniel Matta, che passa da atmosfere intricate degne di band techno-thrash nordamericane (Aftermath, Inferno, Obliveon) ad attacchi alla Children of Bodom, come si può apprezzare in 'Plagues of Nothing' sinfonia di un dramma interiore a 360°.

 

 

Sembra un album davvero incredibile, e di certo il valore di questo lavoro è di alto livello, ma non è immune da qualche pecca, come, appunto, alcuni usi che fa Mattia della voce, a volte vicina allo stile di Liiva (ex-Arch Enemy), che nei passaggi più drammatici sembra centrare un po' poco, come all'inizio di 'Spectrum Walz' (o di 'Inception') piccola gemma di romantica auto-flagellazione dell'anima, per poi riprendere con un growl che vira ad asprezze macabre del black, un po' come viene fatto nei Theory In Practice, band a cui gli Ad Vitam sono in parte debitori, rendendo il tutto più adatto. Altra piccola pecca è il lasciare alcuni spazi privi delle fughe soliste e fraseggi più melodici delle chitarre, sostituendo un po' troppo questa colonna portante della loro composizione con le tastiere.

 

Parliamo, però, come si può capire, di dettagli da limare con il lavoro e la maturazione, come anche certe piccole forzature compositive o qualche passaggio un po' superfluo, ma neanche tanto, se l'environment compositivo è, alla fine, al livello di 'Inception' o della conclusiva 'Fall of a Collective Consciousness', una delle più vicine alla scuola swedish di Gotheborg (l'assalto della strofa principale o i duelli solistici sono puro Dark Tranquillity-style dei tempi d'oro), con tutti gli impreziosimenti prog alla Sadist e le esplosioni drammatiche di marca Luciferion o Dark Lunacy, beh, possiamo dire tranquillamente che queste sbavature passano in secondo piano, di

fronte alla freschezza ed al talento di questa bellissima sorpresa nazionale, che spero non passi, come sta accadendo troppo spesso, di questi tempi........Have no Fear, go straight through the Stratosfear!

 

 

Recensione a cura di Andrea Evolti

 

  

Tracklist: 

01 - Exosfear

02 - There Was Blood Everywhere

03 - Bite Me Immortal 

04 - Join Me in Farewell 

05 - Chronosfear 

06 - Six Feet Under My Sins

07 - Under a Cypress Root

08 - Plagues of Nothing 

09 - Mesosfear 

10 - Spektrum Walz 

11 - Inception 

12 - Stratosfear 

13 - Fall of Collective Consciousness

 

Line Up:

Mattia Amadori - Vocals

Lorenzo Mariani - Guitars

Roberto Schirru - Rhytm guitar

Federico Raspa - Bass

Daniel Matta - Drums

 

Link:

www.facebook.com/advitamband