mer
13
apr
2016
VADE ARATRO
Il Vomere di Bronzo
Andromeda Relix
Release date: 21 Marzo 2016
Nati nel 2006, gli emiliani Vade Aratro sono una proposta alquanto strana, innovativa, fuori dagli schemi. Perché, se da una parte, musicalmente propongono un heavy/thrash tecnico e moderno, le liriche sono completamente da pazzi fuori di testa. Cerchiamo di spiegarci per bene. Loro si definiscono “orchestra di heavy metal agreste” e questo è dovuto appunto a testi che in maniera ironica e alquanto aggressiva e furoreggiante, parlano di questo o quell’argomento inerente la vita di campagna, i luoghi e gli animali annessi. Con un preambolo del genere, la curiosità nell’ascoltarli è implicita e quando, dopo qualche rewind sui vari pezzi, entri nel loro mondo, ci si accorge che non sono per niente male sotto tutti i punti di vista.
Dodici brani tirati che si lasciano ascoltare benissimo. Partiamo da “Maiale”, brano che narra l’efferatezza, ovviamente trattata in maniera ironica, dell’angustiata fine che fa normalmente il suino, il tutto accompagnato da una splendida cavalcata speed. Si prosegue con “L’albero della poiana”, riff distorto e cantilenante molto ben costruito. Piacciono particolarmente “Caramelle” e “Viburno”, in special modo la seconda, dove le liriche e la musica sono praticamente sostenute da una struttura perfetta. “Il pane selvaggio” si fa forte di una velocità che la rende idealmente il tipico pezzo sul quale pogare con gli amici, mentre “I coppi del tetto della chiesa del Santo Giovanni”, tratta in maniera demenziale il loro rapporto con la religione. Ma non fraintendete. Il fatto che trattino determinati argomenti, in maniera simpatica e leggera non significa che dietro non ci siano musicisti che traggono spunto da letture, tra gli altri, di Carlo Ginzburg o Robert Graves, come riportato nella loro bio.
Sicuramente dal vivo, la loro bravura a livello tecnico e i testi “simpatici” attecchiranno su di un pubblico che non disdegnerà mai certe sonorità estreme, e che trova in liriche divertenti e “agrestemente” demenziali, nuovi spunti concettuali. Nel complesso, "Il Vomere di Bronzo", è un disco da ascoltare, magari sdraiati su di un prato, ovviamente in aperta campagna.
Recensione a cura di Emiliano Vallarino
Tracklist:
01. Maiale
02. L’albero della poiana
03. I lupi nel grano
04. Mani di vecchi
05. Caramelle
06. A brusa la vècia
07. TSOCS
08. I coppi del tetto della chiesa del Santo Giovanni
09. Viburno
10. Tramonto con formiche
11. Il pane selvaggio
12. Il diavolo in carrozza
Line up:
Marcello Magoni (chitarra, voce)
Federico Negrini (basso, voce)
Riccardo Balboni (batteria, voce)
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