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lun

08

giu

2015

Intervista alla PFM - "Essere con la musica tutti i giorni. La musica si crea in giro, sul palco a casa, sempre"

Nonostante i vari impegni e le numerose prove per accogliere al meglio il nuovo chitarrista Marco SFOGLI in sostituzione del mitico Franco MUSSIDA, riusciamo a raggiungere in studio la band per poter avere una “opinione a caldo” sulla nuova “avventura”.


Intervista a cura di Luca MonsterLord

(da sx: Alberto Bravin-Lucio Fabbri-Franz Di Cioccio - Roberto Gualdi - Marco Sfogli - Patrick Djivas (Zivas) Alessandro Scaglione)

RRM: La scissione di Franco Mussida dalla PFM è paragonabile all'uscita di Mike Portnoy dai Dream Theater. Un nuovo capitolo nella storia della PFM o la necessità di un cambiamento?

 

FRANZ: Nella vita delle band la voglia di lasciare il gruppo da parte di uno dei componenti non è un gesto così raro. Funziona così: c'è chi va e chi resta. Credo che il termine scissione sia inadeguato, per noi si è trattato di una separazione consensuale. Se ci sono delle analogie con i Dream Theatre sono del tutto casuali. Non conosco le motivazioni di Portnoy, ma credo che lui non si trovasse più in piena sintonia con la band. Per Franco è stato diverso. PFM ha sempre avuto un'attività intensa, che necessita molto tempo da dedicare e parecchio impegno. Franco, all'inizio dell'anno, ci ha chiesto di disporre di più del suo tempo per dedicarsi maggiormente alle sue attività didattiche e personali. Patrick ed io abbiamo invece manifestato la voglia di intensificare gli impegni da dedicare a PFM, soprattutto a dare vita a nuovi progetti, anche discografici, ma soprattutto decisi a seguire la strada dell'innovazione, mantenendo anche la nostra tradizione di band live, con calendario aperto. La forza di PFM deriva anche dall'esperienza di avere alle spalle più di 6.000 concerti.

 

MARCO: La versione ufficiale dei Dream Theatre recita che Portnoy, dopo la partecipazione ad alcuni progetti paralleli in altre formazioni, voleva un break per riorganizzarsi e prendersi un periodo di tempo per se. La band invece voleva proseguire e così hanno deciso di continuare senza di lui. In effetti, ci sono delle analogie.

 

FRANZ: Detto così, ci sono delle analogie. L'affollarsi di impegni determinino decisioni come queste. Le intenzioni e le argomentazioni mi sembrano anologhe, tempo da impegnare per il gruppo..... impegni personali... ci sta.

 

PATRICK: C'è un detto che recita "ogni cambiamento porta giovamento" . Credo che sia il concetto più usato in questi casi e che stia nell'animo umano. Ogni volta che avviene una separazione, in una famiglia o in una band, all'inizio sembra una cosa dura da accettare. Poi, se si sa prendere l'evento con la giusta intenzione, arriva sempre giovamento perchè porta a una crescita. Le cose dovevano andare così e sono andate così, fine. Siamo felici di aver fatto un grande acquisto con Marco ed il futuro credo ci darà soddisfazioni.

 

RRM:Tutti conosciamo Marco Sfogli e le sue qualità musicali. Come abbinare il suo “prog moderno” al vostro “classico prog”?

 

FRANZ: Il prog moderno e quello classico dici? Non è che si devono abbinare i due stili come si fa con gli abiti e le scarpe. Penso che nella vita di un artista ci siano più musicalità. Non abbiamo scelto secondo lo stile. Ci siamo guardati intorno e abbiamo percepito subito il fatto che Marco è un persona interessante, soprattutto per il modo in cui si pone rispetto alla musica in generale. Intanto è napoletano, quindi è persona solare, pieno di energia e vitalità. Non fa il musicista che si atteggia perché sa di essere "bravo", non ne ha bisogno. Ci è sembrato una persona con molta più voglia di fare che di parlare. Viene da una famiglia di musicisti importanti, con una grande tradizione alle spalle. Sua madre Fausta Vetere e suo padre Corrado Sfogli sono componenti della Nuova Compagnia di Canto Popolare. Marco è cresciuto in quell'ambiente, a pane e note (pizza inclusa). La musica è sempre stata accesa nei suoi interessi. Le persone, con la voglia di suonare che esce dai pori della pelle, ci piacciono molto. Il suo background fa di lui la persona giusta per noi. Per me poi, che considero il palco il mio “habitat naturale”, vederlo all'opera è un vero stimolo.

 

PATRICK: Poi ci sono strumentisti e musicisti. Se sei uno strumentista sei legato alle cose che sai fare e a volte fai fatica ad uscire dal tuo conosciuto. Se invece sei un musicista fai quello che vuoi. Faccio un esempio personale riguardo a questa mia affermazione. Quando sono entrato in PFM venivo dagli Area, una band che faceva musica diversa, molto improntata sul Jazz. Sono entrato nella nuova band, PFM, ho chiuso gli occhi, ho aperto le orecchie e ho scritto il brano “La luna nuova”. Ecco come questa attitudine porta a far sì che un musicista riesca a calarsi positivamente in una nuova esperienza artistica. Credo che questo succederà con Marco ed anche a noi.

 

FRANZ: Siamo in fase di ristrutturazione musicale. Quello che posso affermare è che ciò che abbiamo fatto in precedenza ci rimane. Questo Marco l'ha recepito perfettamente perchè conosce la storia di PFM e la sua musica. Però sa anche che la nostra intenzione è di guardare avanti. Non so dove ci porterà il nuovo corso, ma è importante che ci porti a scoprire qualcosa di nuovo. Niente restaurazione, ma “serendipità”, per scoprire quello che non abbiamo ancora trovato o provato.

 

RRM: In Italia abbiamo eccellenti chitarristi e questa è cosa ormai nota. Qual è la peculiarità che ha spinto la scelta su Marco e non su altri? E se potete dirlo, quali sarebbero stati eventuali altri aspiranti?

 

FRANZ: Sulla scelta ci siamo già espressi nella domanda precedente. E' vero ci sono molti bravi chitarristi, ne conosciamo tanti, e non c'è ragione di fare nomi e classifiche. Credo che Marco sia la persona giusta per noi e per il momento in cui ci troviamo, come accade nella serendipità della vita. Il fatto poi che sia una persona con una predisposizione musicale diversa, per via della la sua provenienza e della sua esperienza, è un valore aggiunto per la musica di PFM, band che ha molte radici popolari e una inclinazione ad accogliere le personalità più diverse all'interno della band stessa.

 

PATRICK: Come ho già detto, per PFM è fondamentale che una persona sia un musicista e non solo uno strumentista. Noi ci basiamo molto sull'improvvisazione d'insieme, quindi non c'è mai un solista che fa un assolo mentre gli altri lo accompagnano. È tutta la band che improvvisa, cercando di ottenere una amalgama unica. Per suonare così, bisogna avere delle caratteristiche precise e Marco queste caratteristiche le ha tutte.

 

RRM: Il testimone da portare avanti è assai importante! Marco, cosa ti ha spinto ad aderire alla PFM?

 

MARCO: Innanzi tutto, PFM è un gruppo storico, con una importanza enorme. Per me è una grandissima responsabilità. Quando ho accettato, mi ha spinto la voglia di mettermi in gioco, la stessa voglia che ho considerato quando sono entrato in altri progetti e ho suonato in contesti diversi come il prog metal o la Fusion più estrema col batterista Virgil Donati. Ora, il fatto di essere entrato in PFM, è una grande sfida per me. E' un motivo per accrescere la mia conoscenza musicale, ampliare i miei orizzonti e imparare dall'esperienza che ha questo gruppo, ma anche cercare i portare un po' di me anche nel loro ambito musicale. Come vedi, ci sono stati una serie di fattori che mi hanno spinto a dire sì, senza nessuna remora.

 

RRM: Personalmente conosco tutti i tuoi lavori e ritengo che le tue radici risiedano anche nello stile PFM ma si siano evolute verso aree un pochino distanti (alludo a James LaBrie, al citato Virgil Donati ed ai tuoi album personali). Qual è la chiave che creerà la giusta amalgama con la band?

 

MARCO: Scopriremo tutto con l'andamento delle cose, con le prove e i concerti. Posso dire che poche volte mi sono trovato a mio agio da subito. La mia paura più grande era quella di risultare come un estraneo. Questo accade quando entri in una realtà dove c'è quello che io chiamo l'automatismo, cioè quello che si crea all'interno di una band consolidata da oltre 40 anni. Invece da subito siamo entrati in sintonia. Credo sia una cosa magica, che accade soltanto tra alcune persone che si trovano sulla stessa linea d'onda, quando musicalmente si va tutti verso uno stesso obbiettivo comune. Quindi... per ora va tutto bene, poi col tempo, vedremo cosa porterà questa amalgama e quali saranno i frutti di questa nuova avventura.

 

RRM: Scendendo un pochino nella tecnica del suono, sappiamo che sei Endorser per vari brand tra cui chitarre Ibanez a 6 e 7 corde e DV Mark, binomio di un determinato timbro musicale particolarmente “spinto”, nonostante la grande flessibilità di suoni del DV Mark. Cosa potrebbe cambiare nell'hardware strumentale e nel comparto effetti?

 

MARCO: Credo che l'importante sia di non imporre il proprio suono su quello che può essere un momento di gruppo. PFM si basa non solo sui brani o sugli arrangiamenti, ma anche su un suono particolare. Non andrò mai ad imporre il mio suono su quelle che possono essere le esigenze sonore della band. Fortunatamente l'aver lavorato in ambiti diversi e con tanti generi diversi, col tempo mi ha portato a scegliere minuziosamente quelli che possono essere i suoni giusti per determinati brani. Da questo punto di vista credo non ci sia un reale problema. Ovviamente userò le mie cose, ma non andrò a imporre il mio suono o a snaturare quello che può essere il sound PFM. Lavoreremo tutti con le nostre sonorità. Va bene così.

 

FRANZ: Noi conosciamo bene l'attitudine di Marco a lavorare sui suoni, sulle chitarre, sulle loro possibilità. Quello che penso è che...ci piace molto l'idea che ci possa sorprendere. Conosciamo il nostro suono e tutto quello che abbiamo fatto, ma… lo abbiamo già fatto. La cosa bella in PFM è la possibilità che ciascuno possa tirare fuori dal cappello un coniglio, una colomba, o anche una lucertola, insomma qualsiasi cosa. L'importante è che sia una sorpresa. Sono le sorprese che possono ispirati, correggere o amplificare la predisposizione di ognuno ad essere empatico con ciò che sta accadendo sul palco o all'interno della musica stessa.

 

PATRICK: Il coniglio e la colomba vanno bene come sorpresa, la lucertola mi sembra un sorpresa del c...... (ridono tutti ....)

 

FRANZ: Ok, fermiamoci alle colombe allora !

 

RRM: Forse è prematuro chiederlo ma potrebbe essere un'attesa anticipazione di molti fan: c'è già qualche progetto di nuove tracce o addirittura LP in cantiere targato PFM?


FRANZ: Non abbiano ancora niente in cantiere perchè siamo in questa nuova fase. Patrick ed io, da tempo abbiamo in mente di realizzare un album inedito. Con la nuova formazione sarà un bello stimolo. Non so che album nascerà, ma so che sarà bello perchè avrà tutte le qualità di PFM e in più le famose sorprese di cui parlavamo prima, tutte da scoprire ovviamente. La cosa certa che entro l'anno ci sarà un disco nuovo.


PATRICK: Tanto per non smentirci sarà un album completamente diverso da quello

precedente, che a sua volta era diverso da quello prima e via dicendo andando indietro per venticinque album. Quindi...


FRANZ: Quindi che il pubblico si prepari ad ascoltare qualcosa che non avrà un unico punto di riferimento, ma sarà ampio, come un grandangolo nella fotografia. Siamo in pista da molto tempo e ci ha sempre intrigato essere contemporanei. Sappiamo che, per esserlo, bisogna lasciarsi influenzare da tutta la musica, come accadeva agli inizi. Gli stimoli sono ovunque e sono quelli che fanno diventare un artista capace di creare, trasformando linguaggi e mondi, per riuscire a esternare le emozioni a tutti gli ascoltatori.


PATRICK: Poi, se fosse sfuggito a qualcuno, noi abbiamo voglia di fare il prossimo disco, in modo da poter esprimere quello che siamo in questo momento, quello che infondo ha sempre fatto PFM.


RRM: Ci sarebbero voci di un tour “importante” per la band. Un accenno in merito? Ci sarà da aspettarsi qualcosa del calibro di “Live in Japan”?


FRANZ: Per noi non c'è una stagione particolare. Siamo in tour da sempre, per noi esiste il calendario aperto. Questo sistema lo abbiamo imparato da Zappa ai tempi della nostra frequentazione americana. Si chiama “Never Ending Tour”. Significa avere sempre le mani calde, essere pronti, sempre in forma artisticamente, insomma... Essere con la musica tutti i giorni. Non ci piacciono i tempi morti, poi si fa fatica e rimettersi in forma. La musica si crea in giro, sul palco a casa, sempre. Per cui il tour PFM è aperto e si snoda in concerti, prima in Italia, poi a Novembre, nelle due Americhe. Il tour toccherà diversi Paesi e per il secondo anno parteciperemo a "Cruise to the Edge" con il meglio delle band progressive mondiali. Non so se registreremo un live, perchè recentemente ne sono usciti ben cinque con la raccolta “Il Suono del tempo”, però....mai dire mai.


PATRICK: Si, faremo molti concerti all'estero, con una bel passaggio negli Stati Uniti. Dopo Chicago dello scorso anno, quest'anno il giro sarà più lungo e più importante. Non vedo l'ora!


RRM: Un enorme grazie per la disponibilità data visti i vostri innumerevoli impegni.

Un sentito augurio per il futuro dalla redazione di Rock Rebel Magazine 




Ricordiamo l'attuale Lineup del gruppo:

Franz Di Cioccio: drum - lead voice

Patrick Djivas (Zivas): bass

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Lucio Fabbri: violin-keyboard

Alessandro Scaglione: keyboard-moog-hammond

Marco Sfogli: guitar

Alberto Bravin: 2° keyboard-voice

Roberto Gualdi: 2° drum