NECK CEMETERY
Born in a Coffin
Reaper Entertainment
Release Date: 9 ottobre 2020
Sembrano una band di primo pelo questi Neck Cemetery che potrebbero seguire i canoni musicali attuali e invece no! Si tratta invece di un gruppo tedesco di tutto rispetto e con i controfiocchi che ha scelto di ritornare alla musica storica, ovvero all’heavy metal Anni 80, ovviamente riadattato alle esperienze personali di ogni singolo membro: unisci il giovane chitarrista dei Sodom (ed ex Beyondition) Yorck Segatz, insieme a due ex Black Sheriff, Boris Dräger alla chitarra e Lukáš Strunck alla batteria, con Matt Hauser (degli Hornado) al basso per completare la parte ritmica, infine aggiungici la voce di Jens Peters (ex Aleatory ed ex Season Of Flames) che viene dal mondo glam e sleaze a dare un valore aggiunto a questa nuovissima esperienza musicale.
I Neck Cemetery, che prendono il nome dalla canzone dei Ramones Pet Semetary che loro stesso coverizzano alla loro maniera, unito alla parola “neckbreaker”, ovvero che si “romperebbe” il collo facendo headbanging, potrebbero sembrare anacronistici anche se vengono proprio dalla stessa area geografica che ha dato i natali a tre mega gruppi di thrash tedesco di fama mondiale, Sodom, Destruction e Kreator, ovvero Colonia e il bacino della Ruhr. Li abbiamo iniziati a conoscere già l’anno scorso con il demo “Death By Banging”, ma ora con questo debut album “Born In A Coffin”, ispirato alla serie televisiva americana “I Racconti Dalla Cripta”, di 8 tracce, compresa una intro strumentale, possiamo veramente dire quanto valgono stilisticamente e musicalmente!
Di certo, non saranno proprio tecnicissimi, ma i Neck Cemetery hanno creato un disco solido, senza troppe sperimentazioni che risulta però essere di piacevole ascolto; già dalle prime quattro tracce, compresa la intro strumentale, si percepisce un crescendo vocale e melodico che continua per tutta la durata dell’album: il primo singolo già uscito col video nell’agosto scorso, “King of the Dead”, ha già fatto da apripista per entrare nelle orecchie degli ascoltatori in maniera accattivante, seguita poi dal secondo singolo col lyric video, “Castle Of Fear” pure dai riff e dalle liriche catchy. “The Fall of a Realm” rimanda alle sonorità ritmica e di chitarra alla Iron Maiden. Ritroviamo basso e ritornello iptonici in “Feed The Night”, mentre cresce in velocità sia le parti vocali, che si stratificano tra di loro, sia quella strumentale a puntare verso l’alto in “The Creed” a vaga reminescenza dei Manowar e dei Judas Priest.
Degne di nota sono poi due track dove compaiono due ospiti importanti: Chris Boltendhal dei Grave Digger in “Banging In The Grave”, che dà sicuramente alla struttura della canzone l’impronta tipica da Grave Digger ma che crea una certa dualità per l’alternanza delle parti vocali di Jens; e Michael Koch, chitarrista degli Atlantean Kodex in “Sisters of Battle”, la canzone in chiusura più lunga del disco a rappresentare quasi l’inno o la colonna sonora conclusiva di questo “Born In A Coffin”, lasciando più spazio alle parti di chitarra.
In conclusione, i fan dell’heavy metal classico apprezzeranno a scatola chiusa questo album senza troppe pretese ma decisamente molto diretto e immediato.
Tracklist:
1. L.F.I.R.S
2. King of The Dead
3. Castle of Fears
4. The Fall Of A Realm
5. Banging In The Grave
6. Feed The Night
7. The Creed
8. Sisters of Battle
Line-up:
Jens Peters – Vocals
Boris Dräger – Guitar
Yorck Segatz – Guitar
Matt Hauser – Bass
Lukáš Strunck – Drums
Guests:
Chris Boltendahl- Vocals in “Banging In The Grave”
Michael Koch – Guitar in “Sisters of Battle”
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