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Pubblicato il 21 Febbraio 2017

Intervista a CLAUDIO TROTTA, patron e fondatore di Barley Arts “La sua lotta al Secondary Ticketing e la sua passione e lealtà per la Musica”

Con la sua passione, una cultura musicale immensa e il suo essere leale, si sta battendo come un guerriero per lotta contro il Secondary Ticketing! Ma è il rispetto per la musica che, fa di Claudio Trotta di Barley Arts, il Promoter di eccellenza e un uomo che la Musica la ama e la vive profondamente. In questa intervista che si è svolta con una video chiamata su Skype scoprirete e capirete molte più cose sulla situazione concerti e riflettere che, mentre investite il vostro tempo a criticare vi perdete le meraviglie che vi circondano.

Intervista a cura di AngelDevil

Ciao Claudio, è passato quasi un mesetto dal convegno La Negazione del Secondary Ticketing, il primo al mondo dedicato al fenomeno del mercato dei biglietti di concerti ed eventi, parallelo a quello autorizzato, che si è tenuto lo scorso 26 gennaio al Teatro Franco Parenti di Milano. Io ero presente e gli argomenti ed interventi sono stati molti. Ad oggi ci sono delle novità? Qualche sviluppo in positivo su questo problema?

Prima di tutto è utile pensare ai punti di partenza; da 10 anni, anzi direi addirittura 15 anni, esiste nel mondo il fenomeno del Secondary Ticketing, un fenomeno inizialmente che riguardava alcuni siti di proprietà di alcune società le cui sedi legali e fiscali sono in paradisi fiscali.

Dopodichè nel fenomeno del Secondary Ticketing è entrata in pompa magna prima Ticketmaster e poi Live Nation, che è la stessa cosa visto che, Ticketmaster è la società di ticketing primaria fusasi ormai da anni con Live Nation negli Stati Uniti. Ma non diamo per scontato per chi ascolterà, vedrà o leggerà questa intervista che sappia davvero di cosa stiamo parlando; vediamo di spiegare chi sono e cosa sono i soggetti di cui stiamo parlando.

Il Secondary Ticketing è un sistema per cui si comprano dei bigliettini o si immettono in rete e si rivendono ad un prezzo altamente superiore e non dinamico (che può scendere come salire), ma ad un prezzo che sale e basta, su dei siti 'definiamo legali' perché legalmente, apparentemente (ora inizierò ad usare degli aggettivi o avverbi diversi) quindi apparentemente, io non sono poi così convinto che sia tanto legale il fenomeno ed ora lo sto facendo studiare da una batteria di avvocati, perché forse legale è per certi versi, ma non lo è quando viene dimostrata in maniera palese da alcuni fenomeni accessori, come la sostituzione di persone e la truffa informatica.

Ma torniamo indietro, quindi il Secondary Ticketing è una sorta di bagarinaggio online.

Per chi ancora adesso immagina che il bagarinaggio online sia figlio del bagarinaggio classico, è meglio che questo pensiero venga rimosso, perché non ha nulla a che fare, parliamo di due fenomeni differenti.

Il bagarinaggio in strada coinvolge un numero di biglietti e di persone irrisorio mentre il bagarinaggio online è un mercato di biglietti parallelo a quello autorizzato. È un fenomeno che non esiste solo in Italia, ma in tutto il mondo. Sui circuiti del Secondary Ticketing sono venduti biglietti di concerti ed altri eventi ad un prezzo maggiorato. Se per il classico bagarinaggio in strada non si possono fare collegamenti con gli organizzatori dei concerti stessi, nel caso invece del bagarinaggio online abbiamo il più grande organizzatore del mondo, Live Nation. È giusto far notare che Live Nation, che ha sede centrale negli Stati Uniti, è proprietaria di TicketMaster, uno dei colossi della vendita di biglietti online. TicketMaster, a sua volta, è proprietaria di 4 siti se non 5, dove si effettuano operazioni di Secondary Ticketing che ufficialmente sono rappresentate come privati, ma come ha dimostrato il servizio delle Iene, sono loro stessi o Live Nation o qualcun altro per loro, a rifornire di biglietti questi siti di Secondary Ticketing. Come il caso Coldplay insegna, migliaia di biglietti finiscono sui siti di bagarinaggio online, di Secondary Ticketing per l'appunto.

Dopo la conferenza, noi non siamo stati con le mani in mano e stiamo lavorando per avere entro un anno una legge che vieti e chiuda questi siti. Tornando alla tua domanda sono comunque soddisfatto del feedback positivo da parte dei media; è stata trasmessa in streaming su Rockol, Radio Popolare, Altroconsumo ed in inglese sul portale del magazine britannico IQ. La partecipazione di media, pubblico ed addetti al settore si è dimostrata ampia e particolarmente preparata.

Scusami se ti interrompo Claudio, secondo me una cosa che già andrebbe abolita sono le vendite anticipate ai possessori di American Express. A mio parere è già un modo per favorire questo problema di biglietti che finiscono rapidamente, così come la vendita resa nota e pubblicizzata ai fan club. Sono operazioni che non fanno altro che agevolare il problema del bagarinaggio e mettere in difficoltà chi vorrebbe realmente vedere il proprio artista e viversi le emozioni dell'evento.

Infatti, sono perfettamente d'accordo con te. Lo avevano proposto anche a me, ma sono contrario. Ovviamente i promoter che lo fanno è perchè prendono dei soldi, non è che lo fanno perché è un servizio. American Express dà a loro dei soldi. Come sono totalmente contrario anche alla piega che ha preso la vendita per i fan club. Il presale dei fan club esiste da moltissimi anni, ma vorrei chiarire una cosa: non vanno pubblicizzati ai quattro venti, non vanno sui comunicati stampa, ma è una comunicazione interna per chi ne fa parte. Io lo faccio funzionare così, con una quantità limitatissima di biglietti imposto dai noi organizzatori e non subiti dagli artisti e quindi si limita la possibilità, che tu hai ben compreso, di fare quello che è successo con Vasco Rossi dove sono stati venduti per i fan club 33.000 biglietti..

Hai poi proposto a fine convegno, che per te una soluzione potrebbe essere il biglietto nominale con nome, cognome e anche la foto dell'acquirente. Credi davvero che sia la soluzione giusta?

Dunque io vorrei risponderti in due maniere.

Innanzitutto, dopo aver finito il mio intervento, non so se tu l'hai notato ma ho fatto partire una canzone, "Always Look On The Bright Side Of Life" dei Monty Python, che è una specie di mio motto: in ogni cosa negativa c'è il suo contrario, il suo positivo; quindi io sono fortemente convinto che il periodo che stiamo passando è un periodo di transazione dove abbiamo la possibilità di democratizzare la vendita dei biglietti e renderla più consapevole, educare un pubblico che è inconsapevolmente 'ignorante' sull'argomento e ancora non ha capito o ignora il problema e alimenta questo 'cancro/disonestà' acquistando su questi siti secondari. Io ero fortemente contrario alla vendita del biglietto nominale e ho avuto discussioni con fans estremisti, e tu sai che su Facebook rispondo. Di matrice di sinistra come sono, non mi piace il concetto di schedatura. Bisogna capire dov'è il positivo e passare ad un biglietto nominale, bello ed intelligente, un biglietto nominale che ti permetta di rivenderlo (se davvero non puoi più andare al concerto) allo stesso prezzo, non 1 euro in più. Bisogna comunque lavoraci sopra e capire al meglio come concepire il tutto, ma per renderlo obbligatorio e facilitare i controlli serve una legge.

Bisogna comunque che la legge intervenga duramente!

Questi siti vanno chiusi e le transazioni devo essere proibite anche tra le singole persone, anche a costo di andare contro gli interessi del pubblico. Che la compravendita di tagliandi diventi un business non è tollerabile per il mondo del lavoro della musica. Premesso, per abbattere questo brutto fenomeno, si spera che il governo vieti questi siti e applichi delle multe.

Come dicevo, se siamo riusciti a sconfiggere il Fast Food con lo Slow Food, io lancio la Slow Music! Io mi chiedo se un ragazzo che oggi volesse iniziare un percorso che io ho intrapreso nel 1979... come potrebbe farlo?

Gente che spende oltre misura per il biglietto di un concerto non tanto per l'amore della musica ma spesso per visibilità. Questo mi infastidisce!

Parlando degli artisti, dovrebbero ringraziare il pubblico che, grazie alle emozioni che generano e che vivono tramite le loro canzoni, hanno un seguito, hanno una straordinaria carriera, hanno ricchezza, popolarità, ed è sconcertante che non siano informati di questo fenomeno.

Se devo dirla tutta, quello che non accetto è l'atteggiamento degli artisti che dicono "E ma io non ne so niente"; cantano di amore, emozioni, eccetera, ma non si sono mai accorti del Secondary Ticketing? Hanno manager, business manager, assistenti, consulenti e non ne sono mai stati avvisati?

Come ha detto Nicolò Fabi e tu ricorderai bene:

Si ricordo e riporto per intero il suo messaggio:

"Non credo che gli artisti possono continuare a rimanere estranei a tutto ciò. Limitandosi a scandalizzarsi invocando l'alibi della incosapevolezza. Non possiamo interpretare artisticamente emozioni dolori ed entusiasmo di persone che poi, anche a causa del loro entusiasmo nei confronti della nostre arte, vengono sfruttate e truffate. Il nostro lavoro deve comprendere la tutela di quell'amore che ci dà da vivere. Non essere a conoscenza delle modalità amorali con cui viene venduta la nostra arte può essere considerata a tutti gli effetti una forma di connivenza."

Quindi non è sufficiente indignarsi e non è ammissibile dire "Io canto e non ne so niente"... no non va bene, perché è troppo facile dire "Eh, ma io canto... tanto c'è chi si interessa di queste cose!", davvero è inammissibile, è ammissibile essere disinformati su come si diventa U2, Vasco Rossi, Tiziano Ferro. Ci sono generazioni che si emozionano e ragion per cui non sapere e non accorgersi che qualcuno specula su quelle emozioni è criminale; non è più accettabile tutto questo.

Se si continua così, i biglietti per i concerti li compreranno solo i fanatici, i ricchi, gli arricchiti e chi considera la musica solo uno status symbol. Questo, per chi ha dedicato la vita alla musica come me, non è accettabile, ma non è nemmeno accettabile per tutta la filiera della musica dal vivo.

A parte che è ancor più inammissibile pensare che gli artisti devono vivere una dimensione chissà quale diversa dai 'comuni mortali', questo è anche un concetto di cui, onestamente a 60 anni, ne ho pieni i coglioni!

Ecco, su questo termine non posso che chiederti: "Ma di tutte le rotture di coglioni, ripensando ai tuoi inizi, al tuo percorso per creare quella che è oggi Barley Arts, c'è stato un momento in cui hai detto: Basta chiudo non ce la faccio più!"?

Beh, momenti di scoramento, di sconforto, di gravi problemi economici, finanziari, di gravi difficoltà complessiva ne ho avuti tantissimi e temo che ne avrò perché, da indipendente, da persona per bene e onesta che butta il cuore oltre e sempre, è difficile immaginare che le cose vadano sempre bene. Detto questo però io sono un uomo fortunato; ho fatto per quasi 40 anni un percorso straordinario, ho alimentato i miei sogni e ne ho raggiunti tantissimi. Ho fatto felici tantissime persone, ho aiutato a crescere tanti giovani, donne, uomini che lavorando con me hanno imparato tante cose e hanno preso poi anche il volo facendo altro; alcuni sono ancora come me, altri no, ma non rinnego nulla di tutto quello che ho fatto e rifarei tutto.

Ribadisco, la mia è una grande fortuna, certo una fortuna onerosa, voluta, desiderata e che costa molto in termini di difficoltà complessiva, però io sono un uomo che non si lamenta e sono un combattente nato.

Ma tu Claudio hai la passione dentro per la musica, un vero cultore della musica. Quello che mi ha colpito di te anni fa, e ancora lo conservo come un bellissimo ricordo è hai Dieci Giorni Suonati al Castello Sforzesco di Vigevano, un evento curato nei dettagli, e tu, il boss di Barley Arts, non ti sei limitato ad offrire una location perfetta, curando ogni particolare per ospitare fan e artisti; vederti sparecchiare i tavoli è stato ammirevole. La mia ammirazione nei tuoi confronti è aumentata notevolmente, perché dove lo vedi un promoter di livello che fa questo?

Ah che meraviglia i Dieci Giorni Suonati! A si, me lo ricordo, andavo in giro a raccogliere ciò che la gente lasciava in giro, sui tavoli...

A parte che ho un senso estetico enorme e mi dà fastidio vedere cose fuori posto, robe sporche o avanzate, davvero lo trovo scorretto non lasciare ordine; considerando poi che i tavoli erano ad uso collettivo, chiunque avrebbe dovuto lasciare pulito per il rispetto di chi si sarebbe poi seduto in quel posto. Per altro, nel caso dei Dieci Giorni Suonati, avevamo la raccolta differenziata, avevamo vinto anche il premio 'Greener Festival Award' ed abbiamo avuto anche la nomination per il 'Green Inspiration Award'.

Sai, io sono uno che ci tiene ai particolari, all'ordine e lo dico sempre anche a chi lavora con me:

i particolari fanno la differenza, e quando vedo qualcosa che non è come dovrebbe essere, se posso intervengo di persona, come sparecchiare i tavoli ad un mio evento. Ricordo al Monsters of Rock, prima di aprire, facevo un giro per controllare e raccoglievo le pietre che potevano creare problemi o comunque per estetica/disordine.

Nonostante questo, di errori se ne fanno tanti e ne farò altri, più gli inconvenienti del caso.

Hai portato in Italia davvero moltissimi artisti e hai organizzato tanti concerti, ne ho visti molti organizzati da te, ne parlavamo anche alcuni anni fa quando sono stata da te in Barley Arts e si parlava dei biglietti fantastici che c'erano un tempo e che ho collezionato. C'è un artista che non sei riuscito a portare in Italia e che desideri tanto?

Beh si, purtroppo però ci sono degli artisti che non riuscirò mai più a portare perchè non ci sono più. Io sono un appassionato dei Grateful Dead, Jerry Garcia è morto ed improponibile un loro concerto. Un altro che avrei voluto fare ma che purtroppo non c'è più è Miles Davis.

Per un lungo tempo avrei voluto organizzare e portare i The Who, ci sono andato molto vicino, ma poi hanno preso un'altra decisione, mi è dispiaciuto moltissimo, ma sono andato a vederli lo stesso. Devo dire che tra quelli in vita no, francamente no, assolutamente no.

Sei un vero cultore della musica, fai anche djset, radio, sei completo.

Adesso poi ho ripreso a rifare radio con il mio programma Whole Trotta Love, ogni due settimane su Radio Popolare con l'aiuto di Andrea Cegna alla regia.

Per chiudere questa piacevole conversazione, c'è un messaggio che vuoi lasciare a chi leggerà questa intervista?

Si, quello di documentarsi, di cercare di non fermarsi alla superficie e di andare al di là della punta del proprio naso, di non essere fanatici; è importate capire in che quadro si vive ed è evidente che la principale responsabilità dal punto di vista culturale, organizzativo è di chi organizza i concerti, dei media, promoter, radio, televisioni, delle case discografiche, dei produttori discografici, e quant' altro, ma è anche vero che il pubblico ha una voce in capitolo non da poco;

se il pubblico cominciasse a dire di no ad alcune cose, se perdesse meno tempo, per esempio come ho visto fare ogni volta che c'è il Festival di Sanremo, dove il fascino di molti è di passare ore per vederlo per poi stare in contemporanea su Facebook a cazzeggiare e a scrivere ogni cosa del Festival... io non lo capisco, non lo comprendo, onestamente. Allora mi chiedo, ma chi ve lo fa fare di passare del tempo a stare su un versante parodistico e di insulto, a criticare piuttosto che su un versante di costruzione, di creatività, di conoscenza e di passione positiva? In altri termini, ma chi se ne frega di passare del tempo a parlare male di quello e di quell'altro però ascoltandolo e guardandolo? Molto meglio ascoltare qualcosa che ti piace o conoscere di tutto, perché di tutto c'è un mondo; la musica non è solo rock o anglo americana, la musica è straordinariamente in progress, il jazz è vivo, come tanti altri generi... ma chi glielo fa fare di lamentarsi invece di godere delle meraviglie.

La rete sta diventando una schifezza per certi aspetti. Alcuni si sentono davvero i padroni delle critiche.

Hai pienamente ragione e per chiudere citerei questa frase "La critica striscia e l'arte vola"..quindi voliamo e viviamoci le bellezze della vita, della musica. Grazie di tutto!

Bellissima frase.. grazie a te!