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22
apr
2016
NODE
Cowards Empire
Punishment 18 Records
Data pubblicazione: 26 Aprile 2016
Probabilmente il buon Gary (D'Eramo) non sarà d'accordo con quanto scriverò ma i Node, finalmente, sono tornati e l'hanno fatto guardando al futuro, o meglio, ricordandosi che già lo facevano con 'Sweatshops' e 'Das Kapital', due dischi grandiosi e profetici, prima di attraversare la fase 'ultra-heavy and a little bit of dirty core' di 'As God Kills' e 'In the End, Everything is a Gag', lavori buoni ma assolutamente privi della vera natura NODE.
'Cowards Empire' ci risveglia bruscamente dal finto futuro con la sua tempesta spazio-tempo portata da pezzi come 'StagNation', l'epica e visionaria 'Lambs' e l'apocalittica 'Average Voter', monoliti di thrash/death tecnico e melodico (sì, nonostante la violenza da III divisione corazzata della U.S. Army, questo è un lavoro con molta melodia, per questo è così incredibilmente lacerante e spietato) che riprendono molto dei Node dei primi album, incrementando la forza d'urto con riff che molto si ispirano ai rinati Carcass di 'Surgical...' (la sublime oscurità atmosferica è fortemente influenzata dall'ultimo lavoro di Walker e soci), agli At the Gates ultima versione ed anche a gruppi death per 'intenditori', come Malevolent Creation e Suffocation.
L'atmosfera, come dicevo all'inizio, è più cupa che l'incipit di Terminator 2 Judgement Day, ma mostra quella forza dinamica e fluidità compositiva delle band sopracitate, che dona un grandioso equilibrio fra violenza, oscurità, drammaticità e melodia frutto, non solo del lavoro di Gary e Rudy Gonella alle chitarre, ma anche della sezione ritmica Battanta (drums) e De Robertis (bass), un motore ad orologeria svizzera che non spinge e basta, ma sa trovare anche tempi medi spaccaossa che mantengano quell'alone cupo e tormentato da civiltà sull'orlo del collasso che si può apprezzare in quella sublime e ferina marcia funebre che è 'Locked In' (con una intro quasi pinkfloydiana), in cui apprezziamo l'ottima sinergia tra il 'Phantom Lord' delle corde vocali CN Sid e l'altra ugola di supporto all'Abisso, a cura dello stesso D'Eramo.
'No Reason' ci riporta alla velocità At the Gates ma anche dei Node dei tempi epici di 'Das Kapital', come anche 'Money Machine', ricca, inoltre, di un senso di cupo gelo degno di una black metal band, per poi esplodere in tutta la furia dinamica di un songwriting entusiasmante ed ispirato, anche grazie all'uso di lead melodici ed assoli elaborati e ricchi di fantasia. Per capire questo, è sufficiente ascoltare il lead-intro di chitarra della successiva 'The Truck', altra corsa verso le lacere contrade dell'anima, così simili alle diroccate provincie di un impero (quello dei codardi....) in declino, spaventosamente speculari al mondo di oggi; a coronamento di questo brano un refrain 'Node made in Das Kaiptal' (ed ora Gary mi ucciderà di sicuro!!!), seguito da uno struggente assolo di chitarra, che invoca speranza e luce. 'Still the Same' e 'Liar' ci riportano sulle coordinate ricche di asfissia e tormento interiore della parte centrale, prima dell'abbagliante semi-strumentale di chiusura 'The Plot Survives' (che richiama molto, come soluzione in coda al lavoro di uno strumentale, 'Thanatophobia' di 'Sweatshops'), testamento di speranza e rinascita, o anche solo dichiarazione di chi, all'approssimarsi della battaglia, non vuole rimanere inerme senza avere tentato il tutto per tutto, con uno solo di violino e di voce femminile (Lisy Stefanoni, ex-Evenoire) a rendere tutto arioso, emozionante ed avvolgente, come una dolce brezza in mezzo al fall-out nucleare.
Gran disco della band milanese, grazie anche ad una produzione possente ma agile e tanta ispirazione che pone questo lavoro solo un gradino sotto il secondo e terzo del combo lombardo; più melodia, unita alla titanica violenza sviluppata dai 5 araldi dell'Apocalisse, ed in futuro parleremo di un capolavoro assoluto......per ora, però, godetevi quest'altra gemma, mentre guidate verso la tormenta oscura del futuro prossimo venturo e non ascoltate chi vi dice che i Node degli inizi sono spariti. Sono rinati per fare ancora più male.
Recensione a cura di Andrea Evolti
Tracklist:
StagNation
Death redeems
Lambs
Average Voter
Locked In
No Reason
Money Machine
The Truck
Still The Same
Liar
The Plot Survives
Line-up:
Gary D'Eramo - Guitars, Vocals
Pietro "Peter" Battanta -Drums
Davide De Robertis - Bass
Rudy Gonella Diaza- Guitars
CN Sid - Vocals
Special Guest:
Lisy Stefanoni: vocals on 'The Plot Survives'
Daniele Orlandi
Gianluca Ferro
Tommy Massara
Larsen Premoli
Luca Di Fato
Andrea Caniato